Forse la mia domanda risulterà un po’ scomoda, ma credo che se ne debba parlare.
Insegno da molti anni (quindici per la precisione) e nella mia vita da insegnante ho sentito molte voci, ho visto molti visi e incontrato parecchie storie, ognuna diversa dall’altra.
C’è chi si approccia alle lezioni di canto da piccolo, forse perché i genitori vedono in lui o lei un’attitudine che ancora il bambino non è in grado di mettere a fuoco (e molto spesso fanno centro!), c’è chi arriva a lezione già da grande perché ha sempre fatto il “fai da te” e si rende conto di non avere una preparazione vocale adeguata per chiedere affidabilità alla propria voce durante i concerti e la prove con la band.
C’è anche chi canta solo sotto la doccia o in macchina, ma quel momento tutto suo diventa linfa vitale e le lezioni di canto servono per rafforzare quell’esperienza.
Ci sono i professionisti e gli insegnanti, che non smettono mai di essere allievi, perché c’è sempre qualcosa da imparare e la curiosità alimenta l’anima.
Queste persone così diverse tra loro, con obiettivi differenti e vite completamente opposte, hanno in comune due cose: il cuore e la perseveranza.
Il cuore batte l’amore per la musica e il canto, e la perseveranza li fa andare avanti nonostante le difficoltà perché ciò che conta è che quando cantano stanno bene.
In più cantare fa bene alla salute in generale, sia alla mente che allo spirito. Uno studio dimostra come il canto sia benefico anche e soprattutto a livello fisico, perché rinforza le difese immunitarie e aumenta le capacità cognitive.
Quindi, bando alle ciance: CANTA!